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Don Mario Simula

Don Mario Simula

" Sono prete.

La grazia di esserlo è solo dono di Dio. Lo dico perché il Signore mi ha preso “come sono” e mi ha affidato un compito delicato e speciale, nonostante  conoscesse i limiti e le povertà che mi “vestono” da sempre. Segno evidente che Lui non si preoccupa più di tanto. E non mi meraviglia. Se ho le labbra impure, è pronto il fuoco che le purifica, bruciandole. Se non so parlare, è Lui che mette sulla mia bocca le parole giuste, incoraggiandomi a non avere paura. Se il mio cuore si chiude, duro e impenetrabile, sa Lui come fare per cambiarlo con un cuore di carne. Di che cosa devo avere paura? Che io sia prete, è anche e soprattutto “affare suo”. Anche mio, certamente. Perché non mi sento come “un asino e un mulo senza intelletto”. Qualche dono riesco a ritrovarlo in me. Se ci penso, concludo che “anche il dono è un dono”. E ritorno immancabilmente a Dio “datore di ogni dono”. ...Continua...

XIII DOMENICA

DEL TEMPO ORDINARIO

"Sovversivo per la vita"

Letture: Sapienza 1,13-15;2,23-24; Salmo 29; 2Corinzi 8,7.9.13-15; Marco 5,21-43

2° Concerto in ricordo di
don Mario

Sabato 16 dicembre 2023 alle ore 20.30,  una Chiesa gremita, quella di Mater Ecclesiae a Sassari, ha ospitato il secondo emozionante concerto "Ricordando don Mario Simula". Un concerto ricco di presenze, ricco delle testimonianze dei GIOVANI della Parrocchia che hanno partecipato alla GMG 2023. Un grazie alla Comunità Parrocchiale di Mater Ecclesiae, al parroco don Massimiliano, al coro liturgico parrocchiale, agli educatori, ai bambini, agli adolescenti e ai ragazzi, alla famiglia di don Mario. Un grazie "speciale" al Coro "G. Rossini" diretto da Clara Antoniciello, ai Juvenes Cantores diretti da Claudia Dolce, agli Ensemble strumentale "G. Rossini" che hanno curato il concerto e ci hanno fatto passare una serata speciale. Un GRAZIE a tutti coloro che si sono uniti alla Comunità di Mater Ecclesiae per il 2 Concerto "Ricordando don Mario Simula". Un grazie a don Mario che dal cielo continua ad essere "presenza". Arrivederci al  prossimo anno per il terzo concerto "Ricordando don Mario Simula".

"Un pastore tutto dedito al suo gregge"

Il 04 agosto 2022, ci lasciava, per andare incontro al suo Signore, il nostro carissimo e amatissimo fratello don Mario Simula. La sua perdita ha causato un immenso dolore in tutti noi fratelli e sorelle e in quanti lo hanno conosciuto e stimato, ma il saperlo accanto al suo Gesù ci aiuta a superare nella fede, il dolore della sua scomparsa. A un anno dalla morte, vogliamo ricordarlo per il suo ministero di pastore tutto donato alle sue pecore, il pastore che ha sentito fino all’ultimo istante “l’odore delle pecore” e per loro si è prodigato con generosità totale. Con passione ha lavorato nel campo della Catechesi  aiutando a crescere nella vita di fede generazioni di bambini, fanciulli, giovani e adulti. Caro don Mario ci manchi tantissimo, ma nella comunione dei Santi sappiamo che sei sempre con noi e la tua presenza in Gesù ci consola e da sollievo al nostro infinito dolore. Ti ricorderemo come un fratello “speciale” per quello che sei stato per noi e come un “gigante” della Chiesa di Dio che hai servito e amato con tutto te stesso. Dio sia la tua eredità per sempre.

Suor Celina con i fratelli e le sorelle

(Tratto  dal settimanale Famiglia Cristiana n° 29 del 16 luglio 2023)

Il mondo: creature, uomo e donna, sembrano vivere in un'atmosfera di gelo. Il freddo, segno della morte, aleggia come respiro, quasi fosse l'unico ambiente umano. Viviamo il senso continuo della catastrofe imminente. Sembrano chiudersi tutti gli orizzonti della speranza.
Per Dio tutto è diverso. Per Dio c'è sempre una possibilità. La storia è sempre tutta da scrivere.
E' il messaggio straripante del Libro della Sapienza: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Ha creato tutte le cose perché esistano. Le creature del mondo sono portatrici di salvezza. In esse non c'è veleno di morte. La giustizia è immortale. Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità. L'ha fatto a sua immagine. Se il male esiste è causato dal maligno. Anche da noi se l'egoismo devasta il nostro cuore”.
La mia vita è avvelenata in molti momenti dalla paura. Dal senso della distruzione. Dall'angoscia che il declino della terra e della vita umana siano irreversibili.
Mi chiudo in un fatalismo nero, cupo. Che si trasforma in parole negative. In atteggiamenti rinunciatari.
Come se fossi colpito a morte ogni giorno.
Il Libro ci urla alle orecchie e al cuore che “Dio è vita”. Una vita che abbiamo toccato e visto. Della quale abbiamo sentito il sapore e il profumo di immortalità, contagiato anche a me.
Dio dà la vita. Lotta per regalarci una qualità alta della vita.
Lo sento cantare al mio essere questo canto universale, al quale sembro restio. Dio insiste. Dio non si dà pace. Dio non ci dà tregua.
Gesù è il concertista sublime di questo canto di vita.

La gente lo assale e lo stringe da tutte le parti. L'umanità lo avvolge con le sue sofferenze. Tra queste tante persone, cercatrici di vita, ci sono anche io. Con la lanterna fioca alla ricerca di uno spiraglio di luce. Faccio tanta difficoltà a vederne.
In mezzo alla calca, un capo della sinagoga si rivolge con la voce rotta dal pianto a Gesù. E' buttato ai suoi piedi come un mendicante moribondo. Lo supplica. Non è una preghiera qualsiasi. E' la preghiera di un padre disperato che cerca speranza. Lo prega con insistenza. Finché Gesù non si accorge di lui, guarda i suoi occhi, registra il suo dramma.
“La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”. Mille padri e infinite madri vorrebbero essere protagoniste di questo incontro. Vorrebbero gridare le stesse parole, piangere senza pudore, perché quel pianto è una tonalità dell'amore.
Gesù “andò con lui”. Così irrompe il Dio della vita nella nostra vita
dolorosa e angosciata.
Nel percorso popolato di bisogni, compare un “fuoriprogramma”. Una donna che da tanto tempo soffriva perdite di sangue e si era dovuta scontrare con l'impotenza dei medici, si avvicina come può a Gesù.
Tra sé e sé ragiona: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata. E da dietro, nascosta, come sfilata dalla folla, tocca il suo mantello. Subito la vita riprende a fiorire. E' guarita.
Tutto è avvenuto nel segreto di un gesto, pensa. In realtà Gesù si è accorto che una forza irresistibile era uscita da lui. Si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. La domanda era assurda, con tutta quella gente incontrollabile.
Gesù guarda attorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
Gesù cerca l'interlocutrice di un dialogo silenzioso, che passa attraverso la comunicazione del tatto. E del cuore. E della fiducia.
La donna. Tremante e impaurita si manifesta, gettandosi ai piedi di Gesù e dice quanto le era capitato.
“Figlia, non temere, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male”.
Mi immagino di andare verso Gesù con trepidazione e con un po' di paura. Ma con molta fiducia. Vorrei che nessuno sapesse della mia preghiera, del mio amore per Lui, della determinazione fragile con la quale lo seguo.
Gesù ha sempre un dialogo aperto con me. Inatteso. Imprevedibile.
Con qualsiasi linguaggio. Devo soltanto ascoltarlo. Devo soltanto lasciarmi raggiungere dalla sua “forza” e dal suo sguardo, tutto amore e misericordia.
Dove era intanto il capo della sinagoga? Continuava a seguire Gesù in mezzo alla folla.
D'improvviso gli arriva la notizia che sembra distruggere sia la speranza, come la vita: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il maestro?”. Per me esistono queste assenze di battito e di respiro. Tutto è finito.
Gesù è dentro un altro modo di pensare.
Gesù è un sovversivo che non reclama diritti. Si schiera per la vita. La sua inarrestabile rivoluzione è per la vita.
L'alito primordiale che ha dato a tutte le creature la meraviglia di esistere, continua inarrestabile. E' inestinguibile.
Quel padre è a pezzi. Cosa conta che sia capo della sinagoga. E' un padre. Ha appena perso un brandello essenziale di se stesso. Gli è stata strappata la figlia. Il suo futuro, la sua speranza.
Gesù non conosce la schiavitù della morte.
“Tu non temere. Soltanto abbi fede”. La fede sfida ogni legge di gravità e ogni legge del limite.
Gesù cammina verso quella casa nella quale aleggia l'odore della morte. Va come chi sta per compiere un segno dalle risonanze cosmiche. Il mio piccolo essere è portato in alto come fa l'aquila col suo aquilotto. La meraviglia della vita si coglie dall'alto.
Prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni. Come il giorno della trasfigurazione gloriosa. Come nell'orto dell'agonia, tragico perché sa di sangue sudato, di angoscia, di preannuncio di morte.
La casa è davanti agli occhi di tutti. Manda canti funebri, lamentazioni male auguranti, lacrime senza cuore e senza luce. Sono lì, nascosto in un angolo. Gesù mi ha scelto perché veda, perché creda, perché speri, perché mi unisca alla sua rivoluzione per la vita.
Caccia fuori tutti. La vita non è clamore scomposto. E' mistero da contemplare. E' dono inatteso, ogni giorno.
“Perché vi agitate e piangete?. La bambina non è morta. Ma dorme”. Tutti lo deridono. Il sublime.
L'inatteso. La sovversione radicale e inspiegabile fanno sorridere i “sapienti”. Non gli umili. I poveri.
Coloro che non hanno altra certezza se non Dio.
Si crea l'intimità di un parto. Di una vita che nasce. Di occhi spalancati nello stupore.
I protagonisti sono pochi: Gesù, mano tesa in un gesto potente a sfiorare il dito di Adamo. Il Padre della ragazza. I suoi amici. Anche una mamma abbandonata e sola, in balia di se stessa partorisce in un angolo riservato. Contemplando e piangendo.
La rivincita della vita è davanti ai nostri occhi. Semplice e tenera nei gesti.
Senza clamori. Senza occhi indiscreti.
Gesù prende la mano della bambina e le dice: “Talità kum. Fanciulla, io ti dico: alzati!”.
Non sentite la soavità imperiosa della voce e della parlata di Gesù nella sua lingua materna e paterna?
Subito la fanciulla si alzò. Tanti adolescenti, ragazze e ragazzi, aspettano Gesù di Nazareth che li prenda per mano e sussurri per loro: “Talità kum! Ragazza mia, ragazzo mio: alzati! Scuotiti di dosso la morte. Ama la vita entusiasmante che ti abita. Non ascoltare ogni portatore di morte che ti sorride addosso con sarcasmo, offrendoti promesse ingannevoli. Ama la vita. Dammi la mano. Alzati”.
La fanciulla camminava, camminava e camminava: una strada davanti a sé, senza orizzonti squallidi.
Una strada aperta. Non l'ultima spiaggia. Una strada tra le molte possibili che Dio offre.
Era una dodicenne. Ragazzi e ragazze del futuro, non permettete a nessuno che vi rubi il futuro.
Insieme apriamo le porte a Cristo.
L'unico sovversivo che può dirci: “Talità kum!”.
Gesù conclude il suo dono con la tenerezza di una madre: “Datele da mangiare!”.

Gesù, cosa conta che ormai abbia tanti anni e abbia lasciato l'adolescenza alle spalle. Sono stato adolescente. Ricordi? Ricordi quanto ero vivo, fino ad essere inopportuno?
Mi perdevo per tanti grovigli, come chi stava cercando la sua vita, il senso della sua vocazione ad esistere. Mi avvicinavo e mi allontanavo da te, senza riguardo. In certi momenti con insolenza. Tu, Gesù, mi leggevi nell'anima con una delicata passione e con uno stupore così premuroso che certe volte rimanevo senza parole.
Sono caduto a terra molte volte. Mi sono perso lungo i desideri più strani. Come ogni adolescente “fuori di testa”, cioè normale.
Non ti ho mai visto disperato sul letto delle mie morti. Ho potuto sempre sentire il calore della tua mano che stringeva la mia e mi sussurrava o mi gridava, adesso non ricordo, “Talità kum!”.
Come potevo rimanere su quel giaciglio funebre, quando la tua ribellione alla morte ricadeva su di me come un uragano, come un vento incontrollabile, come un fuoco inestinguibile?
E' venuto il giorno, e non è mai passato, nel quale mi hai detto nella tua lingua: “Talità, kum?”. Con un punto di domanda. Perché opponi resistenza al mio grido di vita? Alzati.
Oggi, come ieri, il sangue dell'amore non conosce i rigurgiti dell'anarchia. Ha trovato le strade giuste del cuore. Tu, Gesù, mio primo e unico amore. Un amore che non conosce limiti di spazi e di tempo. Un amore popolato dal silenzio stupito dell'intimità di una casa, di una comunità.
Mi alzo. Tu lo vuoi. Camminerò con te. Mangerò il pane semplice che mi offri.
La vita è tutta davanti. E' la tua vita che della vita sei il Signore, il donatore sovversivo.

(Dalle meditazioni sulla Parola di Dio di don Mario Simula)

23 Luglio 2023
MESSA DEI POPOLI

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"La Messa dei Popoli, sconfinata bellezza, ci trasforma in un Unico Popolo". (cit. tratta dal libro Un Volo a Passo di Danza). Questo si vivrà Domenica 23 luglio ricordando don Mario Simula, nella Parrocchia di San Pietro a Ittiri alle ore 11, con la MESSA DEI POPOLI animata dal Coro di Ittiri

1 Concerto in ricordo di
don Mario

Sabato sera una chiesa gremita ha ospitato un emozionante concerto in ricordo di don Mario Simula.

La parrocchia di Mater Ecclesiae desidera ringraziare il Coro Gioacchino Rossini che ha curato il concerto, la famiglia di don Mario per la partecipazione e la generosità di tutti i presenti: le offerte raccolte alla fine della serata contribuiranno a finanziare la partecipazione dei giovani - tanto amati da don Mario - alla Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà ad agosto a Lisbona.

(Ringraziamenti tratti dalla pagina dei social da parte della Comunità di Mater Ecclesiae)

Grazie alle tre formazioni della “G. Rossini” al completo! Grazie al Direttore del Coro dell'Associazione Musicale G. Rossini Clara Antoniciello. Grazie al Direttore delle Voci Bianche e Le Note Colorate Maria Antonietta Diez. Grazie a don Massimiliano. Grazie al gruppo dei giovani della Parrocchia. Grazie a tutta la Comunità di Mater Ecclesiae. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato al 1º Concerto in "Ricordo di Don Mario Simula". Grazie a don Mario per quello che è stato e continuerà ad essere per tanti di noi. Vivrà sempre nel cuore di quanti lo hanno voluto bene.

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“Nel libro che leggerai,

mediterai e pregherai, farai un percorso,

ritroverai Dio.

Lo vedrai con i tuoi occhi,

lo toccherai con le tue mani,

ne scoprirai la voce con le orecchie,

lo respirerai a pieni polmoni,

lo gusterai come miele selvatico ma dolcissimo.

La scoperta sarà una folgorazione:

Il Cuore Puro ti permetterà di vedere l’invisibile,

di vedere Dio”

(don Mario Simula)

Il libro "Lettere a Dio" è un dialogo immaginario tra persone di tutte le età con Dio. Un testo apparentemente veloce. In realtà offre l'opportunità di meditare in modo personale sulla vita, sulla fede e di confrontarsi in gruppo. Tanti i temi presenti. Emergono fin dall'introduzione: "Se nella vita non avessi parlato a Dio anche per lettera, oggi mi ritroverei alla ricerca di un destinatario dei miei interrogativi. Prima scrivevo lettere di mio pugno, come se fossero altrettante immagini della mia persona. Oggi siamo immersi nelle mail. Non mi ritrovo più. Sono frastornato perché non so con chi parlo. Continuerò a scrivere. A Dio. Lui vuole vedere le mie righe dritte e storte, se mi inalbero puntando in alto o se mi deprimo scivolando in basso. In queste lettere c'è tanta umanità che abitualmente non ha voce e le cui lettere si perdono sempre per strada". Si riscontra subito un'eco veterotestamentaria, quella tensione al dialogo sofferto e combattuto con Dio che è tipica dei salmi: la fede nasce quando, anche nel dubbio, riconosciamo il Creatore, come il primo Tu della nostra esistenza.
La lettera si rivela il modo più autentico per sperimentare e vivere questo dialogo.

"Vedo giovani e adolescenti stanchi che arrancano sui sentieri infidi della vita. Non sembrano scoraggiati. Per alcuni loro atteggiamenti rivelano, al contrario, ardimento e decisione. Sbuffano, sudano, si affaticano. A volte hanno voglia di fermarsi perché è apparso sul loro cammino un sasso accogliente. Sanno andare oltre. Quale è il segreto che mette fuoco nel loro cuore? Un Amico, un Maestro, un Compagno di viaggio, un Samaritano dolce e premuroso. A volte uno Sconosciuto che pare ci conosca da sempre e lecca dentro di noi ogni oscurità e ogni luce. Forse è il caso di curiosare nella sua vita, e provare a seguirlo"

4 Agosto2022-4 Agosto 2023
1 Anniversario della nascita al cielo del
tanto amato don Mario

"Le persone non muoiono mai se le hai nel cuore.

Puoi perdere la loro presenza,

la loro voce,

ma ciò che hai imparato da loro,

ciò che ti hanno lasciato,

questo non lo perderai mai".

Venerdi 4 agosto 2023 alle ore 18.30 nella Parrocchia di San Pietro in Vincoli a Ittiri, uniti alla famiglia di don Mario, eleveremo al Signore la nostra preghiera per il nostro caro don Mario a un anno dalla sua nascita al cielo.

Sabato 5 agosto alle ore 19 la famiglia di don Mario si unirà in preghiera alla comunità parrocchiale di Cristo Redentore parrocchia da lui fondata. Durante la Santa Messa ringrazieremo il Signore per averlo avuto per tanti anni come grande Testimone del Signore Gesù, grande Evangelizzatore, Guida per quanti lo hanno incontrato.

Domenica 6 agosto alle ore 11.30 tutta la Comunità Parrocchiale di Mater Ecclesiae con la famiglia di don Mario e il gruppo giovani da Lisbona, si unirà in preghiera per ringraziare il Signore del dono grande che è stato don Mario anche per quella comunità, sopratutto per i giovani, per tanti anni, come "servo buono e fedele". Testimone  del Signore Gesù, Autentico e grande Evangelizzatore, Formatore e Guida per quanti lo hanno avvicinato.

© 2014 by  RM - Don Mario Simula

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