Il Volto di Gesu'
Gesù latitante o dimenticato?
Pagine inedite di vangelo di Gesù, scritte da persone feriali, abituate o costrette al silenzio
Nel bosco germogliano fiori nascosti dei quali cogli soltanto il profumo. Anche tra i rami degli alberi più folti si intonano concerti di passeri che nessuno vede. In montagna senti gorgogliare i ruscelli e non li trovi con gli occhi. Scorrono sotterranei finché non li vedi saltellare da un dirupo.
Esistono genitori che non si lamentano mai, anche se soffrono sempre. La loro vita ha il colore delle gocce di sangue e le lacrime la preziosità di un dolore custodito gelosamente e con amore. Vivono come se il racconto, fatto ad alta voce, mettesse in piazza scorci di vita che soltanto il silenzio rende misteriosi e veri.
L’esperienza quotidiana ci fa incontrare tante persone che silenziosamente seminano ogni sorta di bene, sicure che porterà frutto. Non importa come, non importa quando. Per loro contano due mani operose e delicate che, mentre curano accarezzano, mentre disinfettano versano olio per lenire il bruciore.
In tanti cuori vibrano sentimenti di una generosità eroica. Nessuno ne percepisce il brivido. Eppure ritmano i battiti, le ore, i singoli momenti, riempiendoli di tenerezza discreta.
Quanto sono amabili gli sguardi di chi si accorge di noi, in mezzo a tanti occhi distratti!
Quanto sono profumate certe parole che hanno il dono della sobrietà e scendono nell’anima come un unguento di benevolenza e di premura! Mai troppe. Mai fuori posto. Mai separate dai silenzi opportuni.
Quanto commuovono le presenze instancabili, accanto a certe sofferenze che rimarranno come un sigillo indelebile nella vita di innumerevoli genitori, nel lavoro di tanti insegnanti che amano i loro bambini e i loro ragazzi, educandoli col cuore prima che con la competenza.
Come rasserena la prontezza di un infermiere e di una infermiera che corrono al primo squillo di campanello, durante la notte! E usano modi delicati e parole appena balbettate, in sordina, per non disturbare. E sanno stringere una mano e accarezzare una fronte imperlata di sudore e cercare una vena con pazienza, sperando di non far soffrire.
Come sono eloquenti queste infinite pagine di Vangelo, non destinate alla pubblicazione, ma dedicate alla vita! Narrano i racconti più affascinanti delle nostre storie. Vanno ad arricchire una tradizione non scritta dell’amore. Formano la letteratura della vita quotidiana, insignificante, incapace di fare clamore. Silenziosa come un albero che cresce.
Se non mi accorgo di una vitalità così sconvolgente e feconda della vicenda umana, rischio di diventare un cadavere senza sentimenti. Ricomposto sul letto. Oggetto di pianti provvisori. E’ molto più bello vivere.
Quando scriverò con gioia il Vangelo del mio dolore? Quando sperimenterò la grazia di sentirmi testimone di un amore pagato a caro prezzo, sempre urgente nell’anima, come se volesse scoppiare da un momento all’altro? Quando riuscirò a raccontare la bellezza del mio cuore sanguinante, senza arrossire o provare vergogna, perché incontra non la commiserazione ma la gratitudine di chi ascolta? Quando diventeremo muti di parole, per dare la parola soltanto all’amore?
Gesù, tu sei continuamente in viaggio e trovi i luoghi di ristoro nel cuore delle persone che amano nel silenzio. Tu le conosci nei loro drammi segreti, nelle loro gioie composte. Accanto a loro ti trovi “a casa” e, senza fare violenza, senza forzare i tempi, aspetti che ti riconoscano. Tu, da sempre, le conosci fino in fondo. Non sei un Dio che guarda le apparenze, ma guardi il cuore. Cuori al buio che nessuno nota e si illuminano della tua Luce. Cuori affranti che, nel migliore dei casi, vengono compianti e che Tu, invece, riempi della tua presenza, colta come un volo leggero. Gesù, da quale fantasia del tuo amore scaturisce la ricchezza e la bontà di tutti questi cuori: gli unici che trasformeranno e possederanno la terra?
Don Mario Simula
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